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Destinazione Amman

Sono in volo, destinazione Istanbul e poi Amman.
In viaggio con Lorenzo, il mio compagno di cammino. Un giovane!!! settantenne che mi ha cercato per condividere  l’esperienza. Abita vicino a Paestum.
Un ex artigiano, uno spirito libero, animato dalla voglia di conoscere. Nella vita non ha molto coltivato l’aspetto religioso. Un cuore aperto incontra certamente la Misericordia!
Confesso la quasi emozione… sto per immergermi nel mondo del medio oriente. Il pensiero va alla ricchezza di storia che ci ha offerto questa culla dell’umanità. In verità non ci è familiare questo patrimonio. Eppure antropologi, archeologici e storici ci fanno conoscere i grandi legami che il tempo ha tessuto. Cultura, potere, commercio ed arte hanno molto scambiato. Le crociate ed il connubio di potere temporale e religioso, San Francesco e francescani, l’impero ottomano, il mondo arabo le potenze occidentali ed dell’est Europa hanno disegnato un puzzle dall’immagine cangiante e difficile.
Palestinesi, israeliani e arabi sono lo specchio dell’homo homini lupus…
Un giovane Maestro, camminando lungo le strade di queste lande desertiche, ha dato la svolta alla storia.
Di questi tempi sarebbe stato annoverato tra i populisti della società. Vittima di un sommario processo ha segnato le civiltà future.

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Casa del pane

 

Il conto alla rovescia è al conteggio delle ore.
Domani prendo il volo di avvicinamento al cammino con tappa ad Amman.
La casa del pane è quel negozio dove un esperto manipolatore di farine varie di cereali è in grado di dare forma a quel comune alimento che troviamo sulla tavola di poveri e ricchi, nobili e popolani. Ogni latitudine e longitudine del pianeta lo prepara e presenta con forme ed ingredienti differenti.
Mia madre lo sapeva fare veramente bene. Ho un piacevole ricordo del fragrante e ghiotto alimento.
La riflessione, dall’apparente banalità, mi viene suggerita dalla parola Betlemme.
Per il cristiano, che ieri ha celebrato il Natale, Betlemme è la città palestinese dove l’evento si è realizzato.
In lingua ebraica Beit Lechen può essere tradotto come “casa del pane”.
Per la verità, non è l’unica traduzione possibile, è certamente quella che per il credente ha, nella semantica, l’immediatezza della comprensione.
Il messaggio che ci viene da quella città non trascura nemmeno chi del Natale ne ha fatto una festa commerciale.
Ogni uomo ha bisogno di un alimento dove trovare significato e motivazione alla propria esistenza.
Nel fornaio troviamo il modello-testimone del messaggio cui agganciamo la ricerca del “perché “ siamo ed esistiamo.  Il fornaio, elaboratore dell’impasto, è colui che è capace di dare forma alle idee, come materia prima che la ragione propone.
La forma del pane ci svela le espressioni che personalizzano (“rendono persona”) il nostro essere nel consorzio umano.
E se poi l’alimento è pure fragrante e gustoso, sarà un piacere cibarsene.
Il Dio che è capace di far nascere un Gesù per amore e di farlo camminare con noi, è in grado di provocarci la nausea di una vita assurda ed egoista ed offrici spinte verticali.

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Nascere in spiaggia

Ho catturato l’immagine nella spiaggia della riserva naturale di Torre Salsa di Agrigento.
Il sole è stato la stella cometa e la barca la grotta dove un certo numero di uomini sono nati alla vita di questo angolo di terra.
Nessun albergo li ha accolti, solo una spiaggia ha dato loro ospitalità. Li ha mossi non l’editto di Erode, ma quello della guerra e della fame.
Manca il bue e l’asinello… siamo chiamati, da uomini di buona volontà, a riscaldare i nuovi nati con il diritto a trovare una umana convivenza.
Esigenza eccessiva di questi giorni! A  molti concittadini sembra di sì.
Non occorre essere grandi storiografici, ma le migrazioni hanno solcato ogni angolo del pianeta. E hanno pure impresso svolte alla storia. A cominciare dalla caduta dell’impero Romano.
C’è chi pensa al governo dei muri e chi a quello delle impronte. I muri segnano tracce di separazione, di confine e di presunta differenza nel consorzio umano. Le impronte aprono la porta alla comune identità umana, cui è dato in dote questo angolo di universo per viverlo, salvaguardarlo e lasciarlo in eredità. La strada della civile e sostenibile convivenza è l’unica percorribile. A noi la sfida!

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Walk’s planning in the Jesus Trail On foot by Pietro Sguotti and Lorenzo Bove

December 27th, 2017   Amman/ Al-Jalil street Mason apartment Mutaz building 112
December 28th, 2017   Jerash
December 29th, 2017   Petra
December 30th, 2017   Amman/Nazareth Akko with public bus
December 31th, 2017   Nazareth/
January 1th, 2018   Akko / Akko gate hostel
January 2th   In I’billin Mar Elias Guesthouse
January 3th   In Nazareth Casa Nova Franciscan house
January 4th and 5th   Tiberias in Gilboa Apartments
January 6th   Beit She’an in Gilad’s Wiew / Apartment
January 7th   Beit she’an / visit to the city
January 8th   Transfert by bus to Yericho
January 9th   Jerusalem / casanova
January 10th   Jerusalem
January 11th   Jerusalem Masada by Abraham tour
January 12th am  Jerusalem / Qumram
January 12th pm  Jerusalem
January 13th   Jerusalem
January 14th   Bethlehem / casanova
January 15th   Ein karem / casanova
January 16th   Latrum
January 17th   Ramallah
January 18th   Tel Aviv

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Jesus didn’t take the bus

Sono al conto alla rovescia. Non passa giorno che qualche amico mi instilli i suoi dubbi sul progetto di cammino che sto per iniziare.
Il 27 mi traferisco per una full immersion lungo le strade che saldano l’intreccio tra il Volto di duemila anni fa e i volti degli uomini che vivono l’oggi della Terra Santa.
Lo start ad Amman, a Jeresh e Petra… per un assaggio di storia.
Il cambio dell’anno lo vivrò in trasferimento ad Akko per cercare il “la” al mio nuovo anno.
E da San Giovanni d’Acri cercherò i passi del Galileo.
Il progetto sta gestendo i miei pensieri da molto tempo.
Ho fantasticato di raggiungere Gerusalemme come tanti Pellegrini della storia… ho fatto i conti con l’oggi della storia.
Condivido con entusiasmo il progetto con chi mi sta intorno.
Raccolgo perplessità e stupore, scetticismo e meraviglia, avvertimenti e consigli, paura ed incoscienza…
Poi due telefonate, nell’arco di poche ore.
Augusto e Lorenzo che si propongono di diventare miei compagni di viaggio.
La Provvidenza non si annuncia in whatsapp, ma celebra il camminare insieme.
Trump e l’intifada ci permetteranno di partire…
“Non pregare per gli israeliani, non pregare per i palestinesi, ma prega perché siano insieme nel tuo cuore”

 

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Intifada si o intifada no!

“Stato degli ebrei” piuttosto che uno “Stato ebraico”
Quanto dissertare da esperti politologi in questi giorni. Ciascuno ha, non una legittima opinione, la soluzione al problema ebraico-palestinese.
Ebreo ed ebraismo, israeliano e sionismo sono concetti di una storia complessa, che intreccia religione e laicità.
Deportazioni, distruzioni del tempio, occupazione assiro-babilonese e romana, guerre fra bibliche tribù, Shoah, kibbutz ed insediamenti ebraici, guerra dello Yom Kippur (1972)… testimoniano che tremila anni di storia hanno ancora troppi cocci sul campo.
Nessun potere, per quanto forte e ideologicamente motivato e per quante tracce abbia lasciato o capace di determinare strategici cambiamenti, è in grado di determinare la catarsi di un popolo.
Lo sforzo nel dare comunità alle differenti impronte, capaci di coniugare i carismi della indivisa umanità, può sortire una “koinonia” abitando per vivere e non per sfruttare.
Non lasciare tracce… lascia solo impronte!
La terra che mi ha messo il seme, mi aspetta!

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