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La paura

La paura

               

La paura!
Un Sentimento e uno stato d’animo diffuso! Oserei dire che va di moda. C’è addirittura chi lo dispensa a piene mani, lo vende a buon mercato, ne fa oggetto di marketing e con facile penetrazione di mercato.
Ne siamo un po’ tutti tentati.
Ho scelto di riflettere su questo prodotto durante il prossimo cammino nei territori Palestinesi.
Il luogo, la storia, la sociologia e la politica comunicano questa terra come una icona di insicurezza.
La terra dell’invivibile. Del Dio invisibile! Di questi territori le chiacchiere da marciapiede sanno solo parlare degli scontri.
No, cari amici! Non è certamente un paradiso terrestre. È il luogo dove la storia è riuscita a tradurre e coniugare in gradi azioni, positive e negative, le doti dell’umana intelligenza. È il luogo paradigma della paura ed insicurezza della nostra vita personale e del turbine sociale che l’uomo e il tempo sono capaci di generare.
Caro amico, se stai pensando stia minimizzando, sottovalutando, ignorando, non capendo…cammina con me nei prossimi giorni.
Proverò a comunicarti, non a venderti, il sostantivo Speranza, da proporti come scialuppa o salvagente dall’abisso della paura.
Metterò la Speranza nel paniere quotidiano. Hai fame? Condivideremo l’alimento.

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Eccomi

Eccomi.

Espressione che testimonia la disponibilità. Un linguaggio desueto sia nella comunicazione verbale che non verbale.
Il “traguardo della partenza”mi invita nella strada che non ha tappe, solo ripartenze.
Fra qualche giorno ritornerò in Israele e da Nazareth calcherò i passi del “sentiero del discepolo”.
Le mie impronte cercheranno quelle di quel Galileo che da duemila anni segna il tempo e la storia, il pensiero e la coscienza, la vita personale e quella pubblica. Sia di chi si conforma in Lui sia di chi non crede nel suo messaggio.
Perché andarlo a cercare lungo le strade e le piazze dove la sua gente l’ha incontrato?
Per gridargli l’eccomi.
Per attivare la disponibilità che va oltre l’incontro. Per camminare verso la conoscenza, l’amicizia ed il patto di fedeltà.
Il feedback di chi viene a conoscere il mio progetto è un mix di ideale solidarietà, dagli accenti decisi o sommessi, con qualche venatura di invito alla prudenza.
Le paure! Le cercherò nelle pieghe della mia pelle per dar loro una iniezione di fiducia.
Un cuore carico di fiducia sconfigge la paura dell’eccomi.

E sabato 3 novembre sarò a Nazareth.  Cadenzerò i miei passi all’unisono con gli amici che sceglieranno, anche idealmente, di camminare con me.

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