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Nablus/Sichem

Non è facile parlare di questa grande città, del complesso mondo palestinese.
Nablus, con i suoi 200.000 abitanti, è una delle più importanti e “fiere” città palestinesi. In particolare durante la seconda Intifada (2000-2005) questo è stato uno dei centri della resistenza contro l’occupazione israeliana.
Con l’eccezione dei pochi samaritani e di qualche centinaio di cristiani, Nablus è una città quasi interamente musulmana.
All’arrivo la guida ci conduce subito al monte Garizim per conoscere la storia religiosa dei samaritani. Il loro scisma dagli ebrei si incentra tutto attorno al monte Garizim, che era –ed è –la loro montagna sacra, anziché quella di Gerusalemme.
L’origine della spaccatura è iniziata con il ritorno degli ebrei di Gerusalemme dopo l’esilio. Questi ultimi non riconobbero i samaritani come “autentici” ebrei in quanto si erano mescolati con la popolazione pagana introdotta dai babilonesi. Motivo per cui i samaritani boicottarono la ricostruzione del tempio di Gerusalemme.
Oggi l’orgogliosa comunità è di 750 fedeli. Parlano l’arabo nonché una forma particolare, arcaica, di ebraico. Hanno preservato i loro riti e i loro testi sacri, che si restringono ai cinque libri della Torah.
La visita successiva è al pozzo di Giacobbe. Lo stesso dove Gesù incontra la samaritana.
Una bella chiesa greco ortodossa accoglie questo importante simbolo della storia comune del popolo ebraico e dei cristiani.
Di fronte all’iconostasi si trovano i due ingressi alla cripta con il suo pozzo profondo 32 metri, dal quale, con un certo sforzo, è possibile ancora oggi attingere acqua fresca.
Abbeverarsi e dissetarsi con questa acqua è un forte invito all’accoglienza, alla misericordia e alla riconciliazione. L’oltre della fede non ha mai il limite del peccato.
La città vecchia ha conservato il suo antico tocco orientale, come si nota in particolare tra i formicolanti vicoletti del suq (il bazar).
E la visita si conclude all’imbrunire entrando in un negozio simbolo di questo sito, quello delle spezie e degli oggetti della tradizione domestica e familiare.

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