Non è facile parlare di Gerico.
L’attuale città di Gerico (Ariha in arabo, Yeriho in ebraico), situata a circa 250 metri sotto il livello del mare. Solo nel secolo scorso ha assunto lo status di vera cittadina, arrivando oggi a 20.000 abitanti. Dopo il 1948, poi, a causa della presenza dei profughi palestinesi, aveva addirittura raggiunto quota 80.000. I campi che li accoglievano sono stati smantellati all’epoca della Guerra dei sei giorni, nel 1967: molte delle persone che vi erano ospitate sono state dislocate in Giordania e in Libano. Nel 1994, come primo passo verso un’indipendenza palestinese, Gerico ha ottenuto una certa forma di autonomia insieme alla Striscia di Gaza.
Come del resto già era in epoca biblica, è tornata a essere una stazione di soggiorno invernale.
La Gerico più antica sorgeva presso il Tell as-Sultan (“ colle del Sultano”) 2 km a nord-ovest dell’attuale centro. Il Tell, piuttosto vasto e alto 21 metri e mezzo, è considerato la più antica città del mondo. La sua storia si protrae all’indietro fino al IX millennio a.C., ossia l’Età della pietra (Mesolitico). Alcuni reperti sono stati datati tra il 10000 e l’ 8000 a.C. con il metodo del carbonio 14.
Nella Bibbia, Gerico è la prima città conquistata dagli israeliti –su ordine di Dio e con il Suo aiuto –dopo l’attraversamento del Giordano.
Arrivo a Gerico verso le due del pomeriggio. La temperatura caldo umida è intorno ai 20° C.
Alla casa AubergeInn mi viene incontro il giovane Tarek, accogliente e simpatico. Si dà da fare per parlarmi in Italiano. E ci tiene ad informarmi che è studente universitario e che è venuto più volte a Roma ed in Sardegna per manifestazioni di gare di corsa podistica. Siamo nel mondo arabo e l’accoglienza va oltre la convenienza professionale.
Da trenta chilometri vedo solo formazioni collinari dal colore bianco e che vira verso il rosso mattone. Nel fondo valle e di lato alla grande via di comunicazione alcuni tentativi di rendere fertile la terra, anche con serre. E comunque ben lontano da quanto gli israeliani hanno realizzato nella piana del Mare di Galilea.
Ho il tempo di fare un piccolo tour nel centro di Gerico.
L’attività commerciale è l’anima del mondo arabo ed il suk riempire di offerte di ogni genere.
Dietro casa ho il Monte delle tentazioni e il sito archeologico dove Erode si era fatto costruire la residenza invernale.
Il mio programma prevede per domani di arrivare a Gerusalemme attraversando il deserto di Giuda lungo la vallata fluviale del Wadi Qelt e con una buona salita fino a 750 s.l.m. di Gerusalemme.
Si tratta di un canyon scavato tra due pareti di roccia, un vero e proprio greto di un fiume senza acqua.
Ho raccolto molti consigli di perplessità in relazione a percorrerlo da solo. Scelgo di avventurarmi solo nella prima parte fino al Monastero ortodosso di San Giorgio in koziba.
Secondo la tradizione, qui il profeta Elia sarebbe rimasto per tre anni in una grotta, poi trasformata in cappella.
Il luogo ha una tradizione assai antica. I primi a insediarvisi furono probabilmente, all’inizio del V secolo d.C., alcuni eremiti siriani, presso una cappella dedicata a santo Stefano. Il cenobio ha avuto nella storia alterne vicende, sia in epoca arabo-islamica che in epoca crociata. Restò pure abbandonato dopo l’uccisione di tutti i frati. Solo verso la fine del 1800 fu ricolonizzato da frati greco-ortodossi.
Confesso che ho guadagnato questo sito con una discreta fatica. Sono uscito da questa zona inospitale e disceso verso l’insediamento di Mitzpe Yericho. Dopo una decina di chilometri di buon passo lungo la statale n. 1 raggiungo il checkpoint. Siamo alle porte dI Gerusalemme. Mi prende l’emozione del pellegrino che non si sente arrivato per sedersi… ma del cristiano alla ricerca della Gerusalemme.
Le pietre, le ossa e la storia degli uomini sono semi e tracce lasciate da quel Maestro che ci apre le porte della Gerusalemme.