Amman, arrivo all’una di notte. Mutaz ci accompagna nel piccolo appartamento affittato.
Gentilezza e attenzione la prima accoglienza. Ci sveglia all’alba il canto del muezzin che invita alla preghiera del mattino.
Amman inizia a mostrare il volto del giorno, ben diverso da quello della notte. Un traffico caotico ed incredibilmente veloce attraversa una metropoli di cemento e tappezzata di maga insegne di invito e conoscenza.
Di buon ora trasferimento a Jerash con visita al sito archeologico, testimone di molte epoche storiche, fino a che un terremoto dell’VIII secolo ha impresso una svolta al territorio.
Incontro Fiorenza ed il gruppo di Conselve, con il quale condivido la giornata.
Il giorno 29 dic. visita a Petra. Una gola della montagna, in mezzo al deserto, che il dominio Nabateo aveva eletto come sito di potere e di vita. Ingegneria, architettura e urbanistica hanno messo insieme competenze, realizzando opere di straordinaria bellezza ed invidiabili ai moderni.
Sabato 30 dicembre ci trasferiamo a Nazareth, con il pullman della società palestinese Abraham Tours.
Alla fermata sono in attesa dello stesso trasferimento anche Francesco e Paul, due focolarini che prestano servizio a Nazareth nel convento dei Francescani. L’autobu è sempre ricco di incontri. La comunione di simpatia ed amicizia fa subito effetto. E una ricca spaghettata conclude la serata.
L’esperienza del transito al confine con Israele, contrariamente alle tante chiacchiere, è stato di estrema professionalità e correttezza. Giovani ispettori non formali, ma attenti a dare il benvenuto agli ospiti.
L’ultimo giorno dell’anno è iniziato con la marcia a piedi da Nazareth fino a Kfar Kanna (Canaan del Vangelo) e poi rapido trasferimento a Akko (San Giovanni D’Acri). Da qui vero start del nostro Jesus trail in the Galilee.
Dopo alcuni giorni vissuti in questa parte del mondo, confesso che l’emozione non mi manca.
Eppure queste ore sono trascorse intense, anche se con internet e WiFi non sempre disponibili, ma ricche di dialogo con Lorenzo su molti argomenti. Non sempre di condivisione, ma di ricerca.
In questo momento sono in ostello ed osservo l’abbigliamento di alcune donne con figli, di differente generazione parentale. La gamma dei vestiti va dal tradizionale arabo con velo all’occidentale spinto, con blue jeans con i moderni strappi.
Percepisco che la multiculturalità di questo paese non ha problemi di convivenza tra la gente comune.
Il confronto con Francesco mi dice che il cittadino comune, anche ebreo, vuole la pace con i palestinesi.
Auspica i due stati indipendenti. Una Gerusalemme internazionale. Eppure la politica non lavora per questa meta.
Ciao pellegrino,buon cammino,belli i luoghi che racconti
Grazie Domenico per il tuo accompagnamento. Un abbraccio pellegrino.
Ciao Piero, dalla tua descrizione si evince emozione e voglia di conoscere questa terra, continua nel tuo viaggio accompagnato dal nostro pensiero!
Ciao Pino, è stata una esperienza unica. Grazie per il vostro accompagnamento.
Grazie Piero per queste tue descrizioni dense di attenzione e risonanze per le persone, la cultura, la storia e i luoghi che stai incontrando. Vivi intensamente ciò che ti è dato di scoprire e incontrare.
Grazie Piero per queste descrizioni così dense di realtà, attenzione e rispetto per le persone, la loro cultura e per una terra ricca di significato.