“Stato degli ebrei” piuttosto che uno “Stato ebraico”
Quanto dissertare da esperti politologi in questi giorni. Ciascuno ha, non una legittima opinione, la soluzione al problema ebraico-palestinese.
Ebreo ed ebraismo, israeliano e sionismo sono concetti di una storia complessa, che intreccia religione e laicità.
Deportazioni, distruzioni del tempio, occupazione assiro-babilonese e romana, guerre fra bibliche tribù, Shoah, kibbutz ed insediamenti ebraici, guerra dello Yom Kippur (1972)… testimoniano che tremila anni di storia hanno ancora troppi cocci sul campo.
Nessun potere, per quanto forte e ideologicamente motivato e per quante tracce abbia lasciato o capace di determinare strategici cambiamenti, è in grado di determinare la catarsi di un popolo.
Lo sforzo nel dare comunità alle differenti impronte, capaci di coniugare i carismi della indivisa umanità, può sortire una “koinonia” abitando per vivere e non per sfruttare.
Non lasciare tracce… lascia solo impronte!
La terra che mi ha messo il seme, mi aspetta!