Sbagliare strada
Quante volte nella vita! E poi è nato il navigatore e le tracce GPS che offrono la possibilità di sciogliere ogni dubbio. Anche le certezze strumentali però non sono sempre tali. Eppure agli strumenti elettronici al giusto comando rispondo e con altrettanta precisione ed in modo rigido.
Solo la duttilità dell’intelligenza umana è in grado di operare modifiche e gestirle.
Oggi l’ho sperimentato più volte. Il cammino prevede percorsi anche fuori dalle strade. Altri pellegrini mi fornito le proprie tracce, sperimentate.
Gli interventi dell’uomo in una carrareccia di campagna o con una rete di confine o un nuovo cantiere ti creano difficoltà nel ricercare il giusto percorso, tracciato anche solo due anni fa.
Oggi per esempio ho camminato almeno due km in più per aver imboccato una carrareccia, a sinistra invece che a destra, di una rete di confine.
L’opera dell’uomo ha la capacità di essere sia buona che cattiva consigliera.
La meta il monte Tabor. Nettamente distinto dalle altre alture della Galilea, vale a dire a 588 metri s.l.m.
Si attraversa il villaggio arabo di Dabburiya. Per i pellegrini cristiani, Dabburiya corrispondeva al luogo in cui Gesù aveva guarito il giovane indemoniato e a fare diventare il Tabor un luogo-simbolo fu la trasfigurazione di Cristo.
Una bella ed impegnativa salita, all’interno di un parco naturale. Ti accoglie un prezioso luogo di culto che sembra proprio richiamare il desiderio di Pietro di eleggere quel sito come luogo di paradisiaco riposo.
È presente una comunità di recupero di Mondo X di p. Eligio, l’amico di Rivera.
Il connubio della guarigione del giovane indemoniato con la trasfigurazione sa indicare la strada giusta anche a chi è incorso su strade sbagliate.
Il meteo sta peggiorando notevolmente. Piove, ma la previsione è di “great storm”, annunciano i locali.
Attenderemo gli eventi a Tiberiade, che raggiungo nella serata.